Training autogeno e Tecniche di rilassamento

Scritto da Dott.ssa Silvia Capone. Posted in Blog

yoga roma nord fotoIl Training Autogeno, ideato dallo psicoterapeuta tedesco J. H. Schultz, è una tecnica di rilassamento che consente, mediante il raggiungimento di uno stato di autodistensione, di modificare tensioni psicologiche e corporee.

Training Autogeno significa, letteralmente ‘allenamento auto generato’, l’etimologia della parola ci avvicina alle enormi potenzialità di questa tecnica; Per “training” intendiamo l’apprendimento graduale di esercizi sistematici e ripetuti, che in questo caso riguardano l’aspetto somatico e psichico, “autogeno” perché questo tipo di allenamento ha la caratteristica di non dover essere diretto da altri, ma “auto-generato”.

Il T.A. è un metodo che, una volta appreso, l’individuo padroneggia e utilizza, senza l’ausilio dello psicologo, secondo le varie esigenze e nei diversi momenti critici della vita.

Il T.A. esercita un allenamento finalizzato a migliorare le proprie prestazioni, siano esse lavorative, sociali o artistiche, mediante la distensione (e quindi la diminuzione di un’eccessiva emotività e ansia), e gli esercizi anticipatori (utilizzando le rappresentazioni mentali e immaginative, per esempio di esami, interrogazioni, gare) e attraverso formule di autosuggestione tese all’aumento della propria autostima, autoefficacia e delle proprie abilità.

           

Applicazioni del Training autogeno:

Dipendenze

Disturbi del sonno

Disturbi dell’alimentazione e della digestione

Nevrosi motorie (Onicofagia, bruxismo, balbuzie)

Crisi e attacchi di panico

Ansia

Fobie

Terapia del dolore

Scarsa autostima

Preparazione al parto

Disturbi o disfunzioni sessuali

 

Controindicato per:

Obesi a rischio infarto

Persone che soffrono di sbalzi di pressione.

Narcolettici

Psicotici

Depressioni con ideazioni suicide

Bipolari

Isterici

Paranoici

Nevrotici ossessivi.

 

2) Il training autogeno come sostegno del percorso didattico

Obiettivi

  • Conoscere e prevenire la sintomatologia da stress.
  • Diminuire e contenere l’ansia legata all’ambiente scolastico.
  • Sperimentare le formule del training autogeno.
  • Rafforzare autostima e autoefficacia
  • Offrire a ragazzi una tecnica che, sviluppando un atteggiamento generale di calma e riflessione, favorisca la conoscenza del proprio corpo e, nei momenti difficili, ripristini l’autodistensione, l’autodeterminazione e l’autocontrollo.
  • Elicitare la condivisione e il confronto di strategie didattiche efficaci.

 

3) Il training autogeno per incrementare la performance musicale 

Il musicista si trova professionalmente coinvolto in una serie di situazioni che lo sovraespongono allo stress: dall’apprendimento di nuove tecniche alla composizione, dalla performance davanti al pubblico all’ansia da prestazione correlata.

Elementi come la respirazione, la propriocezione, la conoscenza e padronanza del proprio corpo, diventano cruciali sia per la buona riuscita della performance che per preservare o costruire una condizione di benessere nonostante la sovraesposizione agli stressor e di conseguenza una situazionale predisposizione all’ansia.

Le tensioni mentali sottraggono energie cognitive e si associano a tensioni fisiche e posturali che aumentano lo sforzo impiegato nel suonare, interferendo anche con la concentrazione; il musicista è professionalmente obbligato a mantenere una postura rigida per tutta la durata dello spettacolo, sotto questo punto di vista il training autogeno si presenta come strategia di prevenzione anche di eventuali problemi posturali legati a tensioni psicofisiche.

Con il training autogeno portando man mano l’attenzione e la consapevolezza su varie parti del corpo, si ottiene un progressivo rilasciamento muscolare che porta gradualmente alla distensione di mente e corpo regolarizzando respiro e battito cardiaco e consentendo di diminuire le tensioni per ritrovare benessere e concentrazione.

Lavorare sul respiro diventa un elemento fondamentale e imprescindibile se vogliamo migliorare la qualità della voce e la performance musicale; la comune frase “mi manca il fiato” o “non ho piu’ il respiro lungo per cantare” rappresentano spesso situazioni emotivamente cariche e intense in cui soggetto fatica a fronteggiare gli stressor.

Utilizzare abitualmente il training autogeno nella musica facilita un approccio privo di ansie e tensioni superflue, significa ridiventare consapevoli nel proprio corpo, delle tensioni involontarie in esso prodotte e della sua partecipazione in ogni gesto esecutivo e di conseguenza riuscire a riconoscere e padroneggiare l’evoluzione, o l’involuzione, psico fisica connessa a un lavoro così particolare.

Obiettivi

  • Conoscere e prevenire la sintomatologia da stress.
  • Aumentare la tolleranza allo stress
  • Diminuire e contenere l’ansia da prestazione
  • Sperimentare le formule del training autogeno.
  • Rafforzare autostima e autoefficacia
  • Gestire le tensioni fisiche e psicologiche che, sia in fase di studio che di esibizione, possono interferire con l’esecuzione musicale, il rapporto con lo strumento e il rapporto col pubblico.
  • Aumentare il rendimento sia tecnico che espressivo musicale, migliorare la concentrazione e gestire stress, l’ ansia da prestazione e da esibizione in pubblico.

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Dott.ssa Silvia Capone, Iscrizione all’Albo Regionale degli Psicologi del Lazio n 14687 del 02/03/07; dott.ssasilviacapone@gmail.com, tel 3282750614